Corpo Forestale dello Stato

Il fenomeno del bracconaggio è conosciuto dai legislatori europei fin dal Medio Evo. In  diversi codici e provvedimenti emanati d'asso cani e signori dei diversi Stati europei, infatti, si trova menzione delle severe pene, fino a giungere alla pena capitale, irrogate a chi osava esercitare la caccia in violazione delle ferree disposizioni che limitavano, nel tempo e nello spazio, la possibilità di abbattere capi di selvaggina. Spesso tali provvedimenti erano finalizzati soltanto ad impedire che il popolo attingesse alle riserve di caccia del signore locale, ma, soprattutto in epoche meno remote, le norme volte a disciplinare la caccia e a contrastare il fenomeno pernicioso del bracconaggio, diventavano più organiche, rappresentando una seppur rudimentale disciplina di tutela ambientale che evitasse il depauperamento della risorsa faunistica.

Oggi la protezione della fauna è oggetto di diritti e di obblighi tra gli Stati ed in particolare fra quelli dell'unione europea; ciò perché ad esempio la fauna migratoria non vive stabilmente in una zona ma attraversa, durante la migrazione, il territorio di più paesi. In base al diritto convenzionale ogni Stato deve concorrere alla protezione delle specie migratorie, sia con azioni di repressione del bracconaggio, sia mediante attività di informazione ed educazione ambientale.

In tal senso la normativa italiana, considera il bracconaggio tra gli illeciti a danno del patrimonio indisponibile dello Stato, e sanziona tale reato con la pena dell'arresto e/o dell' ammenda (L 157/92).

L'attività antibracconaggio rientra fra i compiti storici del corpo forestale dello Stato, chiamato nel tempo vigilare sulle bandite di cacce sulle riserve e esclusive di caccia dei regnanti.

All'attualità il  corpo forestale dello Stato vigila su tutto il territorio nazionale tutela della fauna, garanzia del rispetto della legge 157/92. Inoltre, attraverso il nucleo centrale della divisione 1° dell'ispettorato generale, vengono organizzate specifiche operazioni a tutela della fauna stanziale immigratoria, di passo, con particolare riferimento alle aree più sensibili al fenomeno del bracconaggio. Tali servizi, svolti in sinergia con il personale dei romanzi stazioni competenti per territorio, coinvolgono personale del corpo forestale dello Stato proveniente da ogni parte d'Italia.

Il nucleo centrale interviene in appoggio alle dipendenti strutture del corpo forestale dello Stato che ne fanno specifica richiesta, su delega della Procura della Repubblica presso i tribunali, o di iniziativa su segnalazioni che pervengono direttamente dai cittadini.

Nel 2004 sono stati accertati 1563 reati complessivi a danno della fauna, (a confronto dei 1404 del 2003)  dei quali 1157 hanno riguardato la tutela della fauna selvatica autoctona ( caccia, anche bracconaggio il controllo della tassidermia ), e 124 sono stati perpetrati in violazione della convenzione di Washington (CITES).